venerdì 1 maggio 2015

Alienazione della fatica Vs Motivazione

Potete immaginare quali potrebbero essere le conseguenze sul vostro cervello dopo aver scansionato, ininterrottamente, documenti per otto ore al giorno e per quattro giorni di seguito? 
Ve lo dico io: elettroencefalogramma piatto.

La vita aziendale è ricca di mille sfaccettature che richiedono il confronto con mansioni non strettamente pertinenti com il proprio ruolo. Per lo stagista esiste l'aggravante di essere l'ultimo arrivato e quindi non mi turba aiutare ad annaffiare le piante dell'ufficio, archiviare le pratiche degli ultimi tre anni, arrabattarmi nelle attività senza indicazioni precise ed esaustive ma mi disturba osservare che dopo cinque settimane di stage (a metà percorso)  l'obiettivo formativo è decisamente in secondo piano e forse non proprio rilevante.
Nonostante tutto impiego sempre la massima serietà e dopo quattro giorni di "inattività cerebrale" ho ripreso, di mia iniziativa, un lavoro iniziato nei giorni scorsi: verificare i saldi clienti aperti al 31/12/'14 per  sollecitare gli scaduti.

Rischio di rimanere impantanata nella trappola dei risultati e quindi faccio una una riflessione: la differenza tra i risultati ed i progressi è sottile ma essenziale.
Credo che non esista un rapporto lineare tra il nostro impegno ed i risultati che otteniamo; questo perché qualsiasi cambiamento avviene in modo discontinuo.
In natura l'energia prima si accumula, giorno dopo giorno, nulla sembra accadere ma all'improvviso tutto accelera e gli eventi si susseguono ad una velocità inaspettata.
Lo stesso vale per i nostri obiettivi: dobbiamo essere come una goccia che, senza fretta e senza sosta, scava la roccia.
E' garantito che ci saranno settimane in cui non vedremo neanche il barlume di un risultato ma, continuando a scavare, la nostra pietra all'improvviso si spezzerà ed i risultati fluiranno come un fiume in piena.

Vi saluto invitandovi ad ascoltare un discursus che ho seguito su TED (sito consigliato qualche mese fa da Sabrina Gobbi) sulla forza della motivazione in ufficio che, contrariamente al senso comune, non è direttamente correlata con il denaro.